IL COTONE: CARATTERISTICHE E UTILIZZI

Le principali caratteristiche, il metodo di lavorazione e gli impieghi di un materiale tra i più conosciuti ed utilizzati in tutto il mondo: il cotone.

Se ci fermiamo un attimo a guardarci intorno, noteremo che si trova ovunque: vestiti, tendaggi, piccoli oggetti in stoffa (portachiavi, portamonete…), il rivestimento dei bottoni, i sedili dell’auto; puro o unito ad altri materiali nelle più svariate forme e colori. Insomma, il cotone si trova davvero dappertutto.

Da dove nasce il cotone?

Partiamo dal principio: è un materiale di origine naturale composto al 100% da fibre vegetali. L’arbusto che lo produce si chiama Gossypium ed è originario dell’India, anche se ormai viene coltivato in diversi paesi. Questo arbusto è alto dai 70 ai 150 cm e produce dei grandi fiori gialli che, una volta sfioriti, danno origine ad una capsula rigida al cui interno si trovano i semi avvolti dalla bambagia, un soffice batuffolo che sarà raccolto per dare origine al cotone.

Abbiamo parlato di coltivazione: il cotone infatti è la maggiore coltivazione non alimentare del mondo; i principali paesi in cui si possono trovare campi di cotone sono USA, India, Cina, Turchia e Pakistan.

Alcuni cenni storici

La storia del cotone è millenaria: sono stati trovati reperti molto antichi sia in India che in Messico e si pensa fosse utilizzato anche in Egitto. In Europa fa il suo esordio nel XIV secolo, protagonista suo malgrado della pratica della schiavitù, molto diffusa in quel periodo.

Vediamo i vari passaggi della lavorazione

Quando si raccolgono queste capsule, viene separata la bambagia dai semi e questi ultimi sono recuperati per diventare oli e mangimi; questo processo si chiama sgranatura e può essere eseguito a mano per ottenere un prodotto di alta qualità oppure meccanicamente per un prodotto comune.

Si ottengono così le fibre che sono battute per eliminare corpi estranei e pressate per essere inviate alle aziende cotoniere e di filatura.

Le fibre sono quindi cardate, cioè allineate e separate in diverse lunghezze: quelle più lunghe diventeranno filati e quelle più corte invece carta e altri prodotti artificiali. Le fibre così ottenute vengono raccolte in nastri e si passa alla fase successiva.

Questi nastri passano ora in rulli che, ruotando ad alta velocità, gli conferiscono lo spessore desiderato. A questo punto, se necessario, si può effettuare lo sbiancamento, per un prodotto dal colore naturale, oppure la tintura; i tessuti di cotone hanno colori piuttosto resistenti e intensi proprio perché le tinte penetrano molto bene tra le fibre.

Ora le fibre iniziano a sembrare ciò che consociamo: i nastri sono sottoposti a diversi passaggi per poter diventare gomitoli, matassine, spolette, rocche, rocchetti o matasse ed essere quindi impiegati per i più svariati usi nel settore tessile e non solo; si pensi per esempio all’ovatta di cotone, in cui le fibre vergini vengono mescolate a cascami o ritagli di cotone riciclato, oppure al cotone idrofilo che, se impiegato in ambito sanitario, viene sottoposto ad un processo di sterilizzazione. Persino le reti da pesca sono prodotte con il cotone.  Questi sono soltanto alcuni esempi, ma si potrebbe scrivere per ore prima di aver elencato tutti i possibili utilizzi.

Analizziamone ora le principali caratteristiche

Quello che tutti conoscono è il potere assorbente di questo materiale: asciugamani, strofinacci, dischetti; questo perché l’acqua riesce a penetrare molto bene tra le fibre e ne rimane intrappolata. Ma attenzione: se non correttamente asciugato può sviluppare delle muffe, penso che a tutti sia capitato di trovare un asciugamano rimasto umido e doverlo gettare perché macchiato o maleodorante. Non subisce però l’attacco delle tarme, come invece può accadere alla lana.

Altra caratteristica importante è l’isolamento termico, infatti trattiene molto bene il calore, soprattutto se sottoposto a raschiatura (per esempio le maglie in felpa); resiste piuttosto bene al calore, infatti si può lavare a 60° e i capi bianchi anche a temperature più alte; può essere stirato con ferro molto caldo e addirittura bollito; a queste temperature però può ingiallire o restringersi. Non è invece resistente alla fiamma e se bruciato si comporta più o meno come fosse carta; non è resistente nemmeno a forti tensioni in quanto non possiede elasticità, infatti si strappa e si consuma facilmente.

Essendo un materiale naturale, è biodegradabile e riciclabile: caratteristiche che smorzano un po’ l’impatto ambientale che ha invece il processo di lavorazione, in quanto la coltivazione e l’industria richiedono un impiego non indifferente di risorse, prima fra tutte l’acqua. Ma questo è un altro discorso.

Passiamo alle chiacchiere

Spero che questo articolo vi abbia aiutato a conoscere meglio l’origine e le caratteristiche del materiale maggiormente presente ed utilizzato nella nostra quotidianità. Personalmente apprezzo molto il cotone sia nei capi di abbigliamento, sia nei lavoretti a maglia e uncinetto, è morbido, si trova in tantissime colorazioni ed è molto versatile. Vi aspetto qui sotto nei commenti per conoscere il vostro parere e nel mio profilo Instagram per scambiarci idee e consigli e, perché no, giocare un po’.